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Ottobre 1995 - Ottobre 2015

La torta e la relazione del presidente -
La tesi
di laurea su Cose Nuove
Il futuro - Cose Nuovissime
{
anche
www.facebook.com/cose.nuove }
il
primo incontro di questo "Futuro" è stato
il 18 novembre:
ecco qui di seguito un breve resoconto

Il riassunto della serata (Luca Vignoli):
Mercoledì 18
Novembre ci siamo trovati alla sala Pasolini di Castel Maggiore per
confrontarci sul problema ambientale e le possibili risposte che possiamo
adottare contro di esso.
Abbiamo potuto addentrarci più approfonditamente nella questione grazie ai
preziosi contributi di Don Matteo Prodi, docente di morale sociale ed
esperto di etica di impresa e di Costituzione italiana; e Nicola Armaroli,
chimico, dirigente di ricerca CNR di Bologna, direttore della rivista
scientifica "Sapere" e autore di alcuni libri sulle nuove tecnologie e le
risorse energetiche.
Don Matteo Prodi, riprendendo l'enciclica "Laudato sì" del Papa, si è
concentrato su quanto sia necessario che l'uomo ristabilisca un legame
forte con la Terra. Per troppo tempo abbiamo creduto di essere proprietari
di essa e abbiamo abusato dei beni che Dio ha posto in lei. L'economia
capitalista che guarda solo al profitto ci porta a ignorare il
riscaldamento globale e tutti i problemi collaterali che comporta, in nome
di un guadagno economico a discapito di tutto e di tutti.
È in questo contesto che si fa pressante la necessità di una presa di
coscienza da parte dei cittadini nella scelta dei capi politici e da parte
degli imprenditori nel dare alla propria attività un fine che non guardi
soltanto all'utile economico, ma che miri al bene della società.
Il dott. Armaroli si è soffermato invece su un piano più "tecnico" della
questione.
Si può generalmente affermare che a partire dalla rivoluzione industriale
l'uomo ha conosciuto un'epoca di sviluppo economico, tecnologico e
scientifico che si protrae tutt'oggi e che demanda inevitabilmente una
sempre maggiore disponibilità di risorse. Questo ha determinato una
tendenza via via più diffusa e intensa all'estrattivismo, non solo per
quanto riguarda i combustibili fossili ma anche per quelle che sono le
cosiddette "terre rare", elementi poco presenti in natura, che stiamo
estraendo in quantità elevate perché necessarie per diversi apparecchi,
come gli smartphone ad esempio. La progressiva sottrazione di risorse dal
nostro pianeta ha costretto le industrie a fare affidamento alle tecniche
di estrazione "non convenzionali", come la ricerca di combustibili fossili
a profondità sempre maggiori o l'estrazione di petrolio dalle sabbie
bituminose, che comportano un maggior rischio per l'ambiente.
Possiamo dunque concludere che quello ambientale è un problema che
richiede uno spazio nel dibattito politico e sociale molto più ampio di
quanto non gli sia stato dedicato in passato e che l'idea comune di uno
sviluppo economico tendente all'infinito deve inevitabilmente cessare, in
quanto è lo stesso cambiamento climatico ad avvertirci di come il pianeta
-e noi con lui- non può più sopportare l'estrattivismo e l'emissione di
gas serra che sono la conseguenza necessaria al consumismo dei tempi
odierni.
Alcune immagini della serata:

Prossimo incontro:
LA PACE
E LE GUERRE
il ruolo dei
sistemi economici,
la convivenza (anche sul nostro territorio) tra
religioni diverse,
la posizione del nostro Paese.
Informazioni quanto prima su questo sito e su
{
www.facebook.com/cose.nuove }

25
ottobre 2015, Festa per i 20 anni di Cose Nuove
Ringrazio molto tutti i presenti per aver espresso una così ampia risposta
al nostro invito, cosa che ci dà particolare soddisfazione.
Nei giorni scorsi, contando le conferme ricevute, abbiamo riflettuto su
questo fatto, alla vigilia forse un po’ inaspettato. Forse può voler dire
che in effetti Cose Nuove ha lasciato nella mente di molti un’impressione
dopotutto piacevole, quella di un’esperienza di cui ci si ricorda
volentieri, di un misto di persone e di ideali che ci hanno incontrato ed
accompagnato, a volte anche solo per un certo periodo, magari ogni tanto
trovandosi su posizioni differenti, a cui comunque si riconosce una certa
importanza, tra le diverse occasioni capitate nella nostra vita.
Ma tra le persone che abbiamo invitato e che sono qui stasera, c’è anche
chi, per questioni anagrafiche, di Cose Nuove ha sentito parlare solo
fugacemente, magari dai propri genitori o da parenti più grandi di età;
qualcuno forse non ne aveva mai sentito il nome, ed è venuto fidandosi di
chi l’ha chiamato, curioso di capire di che cosa si tratta, magari anche
legittimamente interessato a sangria e paella.
Per questo mi sembra opportuno spendere qualche parola per spiegare il
perché di questo appuntamento.
***
Innanzitutto, a noi è sembrato particolarmente significativo che
l’Associazione Cose Nuove sia ancora in vita, dopo 20 anni! Certamente
meno vigorosa rispetto agli esordi, un po’ più defilata nell’ambito
sociale e civile, tuttavia è riuscita a mantenere vivo un certo grado di
attività associativa, con le periodiche riunioni del Consiglio Direttivo,
l’Assemblea annuale, qualche iniziativa pubblica qualificante, una
presenza all’interno della Consulta Culturale di Castel Maggiore.
Ed allora ci è parso opportuno celebrarlo, questo anniversario, senza
aspettare i 25 anni, perché già 20 è una cifra tonda e poi chissà fra 5
anni che cosa succede: meglio cogliere l’attimo e festeggiare ora!
A pensarci bene, 20 anni è davvero un intervallo di tempo ragguardevole:
il 1995 è stato anche l’anno di nascita di “Libera. Associazioni, nomi e
numeri contro tutte le mafie”. E non tutti sanno che la prima festa
nazionale di Libera fu organizzata proprio a Castel Maggiore (per la
precisione nella frazione di Trebbo di Reno, come documentò il giornalino
che stampavamo e diffondevamo allora), a cui parteciparono grandi nomi,
personaggi che sono ancora simboli riconosciuti di impegno civile, di
grande spessore, come Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Giancarlo Caselli,
Gherardo Colombo, Antonino Caponnetto, ed altri. Anche Cose Nuove, già
molti anni fa, ha aderito a Libera, di cui ha sempre condiviso l’impegno
per la giustizia e la moralità pubblica.
Mi colpisce molto pensare a 20 anni fa, ad alcuni fatti epocali, così
prossimi all’anno di fondazione di Cose Nuove: la caduta del muro di
Berlino e la rivolta di piazza Tienanmen in Cina erano avvenuti solo 6
anni prima; fino a 4 anni prima esisteva l’Unione Sovietica; il PCI era
stato sciolto da appena 4 anni e la DC da 2; erano ancora tra noi Lucio
Battisti e Fabrizio De Andrè, e (come soffro a dirlo!) il Bologna FC era
fallito due anni prima e militava ancora in serie C… Questo per dire che
non siamo qui per rimpiangere i tempi antichi e lamentarci dei presenti,
anzi; credo davvero che Cose Nuove sia nata come movimento spontaneo di
cittadini comuni che pensarono di poter migliorare una realtà sociale
profondamente insoddisfacente, spendendosi in prima persona in ambito
politico (erano anche gli anni delle inchieste della Procura di Milano
dette di “Tangentopoli” che svelavano uno scandaloso livello di
corruzione).
***
Sono davvero molto grato ad Eleonora Grassi, laureanda in Scienze
Politiche, Sociali e Internazionali, che ha svolto la sua tesi proprio
sulla nostra Associazione (anche se l’idea è partita da una delle
consuete, straordinarie intuizioni di Roberta Gentile). La ringrazio
perché, come le ho già detto, questa tesi rappresenta un punto fermo assai
prezioso per noi, che molto spesso abbiamo affastellato disordinatamente
documenti ed esperienze, rischiando così anche di dimenticarci aspetti
importanti di questa storia. Scorrendola si ha comunque l’impressione che
qualcosa di rilevante sia stato compiuto, da parte di quello che nella
tesi viene chiamato il “capitale sociale”: ovvero quella ricchezza
diffusa, presente più nelle relazioni tra le persone che nei singoli, che
consente ad una società di agire non per opportunismo, ma per raggiungere
alcuni valori ideali. Gli ideali sono stati, e tuttora sono la giustizia,
la trasparenza, la solidarietà, ma possono essere riassunti nella formula
(che si trova nel nostro Statuto) per cui “la politica non può che
considerarsi come un servizio disinteressato al bene comune”. Per la
cronaca: il nostro Statuto è così bello che in rete se ne trovano alcune
copie quasi identiche, a nome di altre associazioni!
Tuttavia, questa storia ha avuto diverse vicende: siamo nati per dare
l’assalto ad un colosso apparentemente monolitico, partecipando
direttamente alla competizione politica nel Comune di Castel Maggiore;
abbiamo finito per assistere una rivoluzione che ha sconvolto i vecchi
assetti ed ha reso quasi irriconoscibili, secondo gli antichi criteri, le
attuali forze politiche.
In questi 20 anni l’originale forma di supporto ad una lista civica
presente in Consiglio Comunale ha lasciato spazio ad un’azione più
culturale, su temi non solo di interesse locale, cercando di sottolineare
alcuni grandi valori condivisi, attorno a cui creare aggregazione. Ne sono
stati esempi la lettura continuata della Costituzione Italiana, a cui
parteciparono rappresentanti del Parlamento Italiano, di quello Europeo,
la Presidenza della Provincia di Bologna, nonché molti altri autorevoli
personaggi e semplici cittadini, come noi. Oppure l’iniziativa contro le
mafie, per la quale chiedemmo un’adesione a tutte le forze politiche ed
alla molteplicità di associazioni e gruppi presenti nel nostro territorio.
Oppure il coordinamento del comitato referendario sui quesiti che
contenevano fra l’altro il no all’energia nucleare, su cui Castel Maggiore
raggiunse il primato di percentuale di votanti in Italia (quasi 75%), tra
i Comuni sopra i 15000 abitanti.
Non tutti coloro che presero parte dalle origini a questa esperienza hanno
condiviso questo specifico passaggio, ritenendo che l’obiettivo dei primi
tempi, quello della contrapposizione all’Amministrazione del Comune,
dovesse essere mantenuto come motivo conduttore. Ma Cose Nuove, nello
spirito del suo Statuto, e quindi decidendo democraticamente, ha ritenuto
che i tempi nuovi necessitassero di nuove forme di presenza ed azione,
lasciando tra l’altro liberi i soci di aderire a diverse opzioni
partitiche. A nessuno, del resto, è mai stata negata l’adesione per
essersi schierato o candidato nell’una o nell’altra forza politica. Come
d’altra parte, nessuna forza politica può rivendicare per sé la totalità
degli appartenenti a Cose Nuove.
Questo aspetto, quello cioè di essere associazione apartitica, così come
aconfessionale, ha senz’altro lo svantaggio di essere più difficilmente
riconoscibile secondo le categorie preconcette con cui spesso siamo
abituati a ragionare; ma ha anche il vantaggio di poter offrire una
completa indipendenza di pensiero, indagando anche quei terreni che da
altre parti risultano troppo “scomodi” per essere trattati, ed assumendoci
laicamente la responsabilità di certe posizioni, senza chiamare in causa
nessuna autorità superiore.
***
L’ultimo aspetto su cui vorrei dedicare qualche parola è ciò su cui stiamo
da tempo discutendo nel Consiglio Direttivo, di cui l’appuntamento di
questa sera diventa l’occasione per un lancio.
Come ogni altra realtà umana, anche la nostra Associazione ha senso di
esistere solo se non perde la sua funzione di servizio alla persona. Non è
ragionevole mantenere in vita una realtà, anche se ha acquisito qualche
merito e successo nella sua storia, solo per un attaccamento sentimentale,
men che meno se risulta più gravosa che efficace, se non è più in grado di
offrire occasioni di crescita, se non ha un contatto con il tempo presente
e non è in grado di interpretarlo ed in qualche modo di influenzarlo.
Per questo motivo, oltre a far festa per il ventennio passato, siamo qui a
riflettere su ciò che serve alla nostra società oggi e per il futuro. A
centrare cioè l’attenzione non sull’associazione in sé, che è solo un
mezzo, ma al tipo di impegno che è importante per l’oggi, che è il fine.
Il nostro ragionamento si fonda su queste considerazioni:
1. si sono persi alcuni grandi modelli interpretativi degli avvenimenti
politici, a livello mondiale come a livello locale; molti faticano, non
solo dall’esterno dei partiti ma anche standoci dentro, a comprendere che
cosa caratterizzi ancora uno stile “progressista” ed uno “conservatore”
(di “sinistra” e di “destra”, per intenderci); ma più in generale si fa
fatica a comprendere proprio ciò che accade e quali potrebbero essere le
soluzioni praticabili a quei problemi che oggi appaiono insormontabili (le
migrazioni, la crisi economica e la scarsità di lavoro, la pervasività
delle mafie, il bisogno di risorse energetiche e materiali nei prossimi
decenni, ecc.)
2. i partiti conoscono una crisi di credibilità che forse ha toccato il
punto più basso da quando c’è la democrazia in Italia, se si considerano
certe recenti percentuali di partecipazione al voto, anche nelle zone
storicamente più intrise di politica, come la nostra Regione; non che nel
1995 i partiti fossero in grande forma, ma adesso questa situazione appare
ulteriormente aggravata;
3. sovrabbondano, grazie ad internet, le informazioni sulle più disparate
situazioni del mondo (compresi i più piccoli dettagli che riguardano
alcune celebrità); ma mancano luoghi ed occasioni per confrontare le
proprie idee, per formarsi un’opinione personale grazie alla condivisione
con quelle altrui; si cerca, spesso senza fortuna, un bandolo di quella
matassa inestricabile che appare la realtà esterna, una qualche fonte
autorevole che fornisca un quadro di insieme ed una posizione chiara, che
sia utile magari anche solo per contestarla;
4. se si riesce a non concentrarsi sui propri interessi particolari (anche
quando siano assolutamente legittimi: la salute, il lavoro, lo studio, il
benessere di se stessi o della propria famiglia), si preferisce comunque
spesso dedicarsi ad aspetti di cui si osserva più concretamente ed
immediatamente il risultato: iniziative di volontariato, impegno per
attività spirituali, oppure militanza su alcuni, specifici temi che
garantiscano l’adesione ad una purezza ideale; ma così si sguarnisce il
fronte del grande impegno per capire come va il mondo, di osservare le
cause che sono alla radice delle ingiustizie che lo pervadono, e di
denunciarle, ed impegnarsi perché cambino;
5. infine, ci è parso di capire che specialmente per coloro che hanno da
poco compiuto la maggiore età (o sono a tiro) e si stanno affacciando alla
vita pubblica, nella quale avranno doveri e diritti, tra cui quello del
voto, la distanza rispetto alla “politica” sia davvero abissale: sono
troppi gli scandali che si sentono tutti i giorni, per potervisi
avvicinare senza timore di contaminarsi; sono del tutto incomprensibili il
linguaggio e le liturgie della politica, come vengono riportati dai mezzi
di comunicazione, ed è raro trovare chi riesca a decodificare questi
messaggi; mediante i nuovi mezzi di comunicazione l’esposizione a proposte
massificanti, che inducono all’acquiescenza verso l’esistente, è continuo:
chi li utilizza più spesso, solitamente in solitudine, è più soggetto a
subirli acriticamente e ad abbassare le proprie resistenze di fronte alle
lusinghe di una soddisfazione più immediata.
Se Cose Nuove sarà in grado di rispondere almeno a qualcuna di queste
sfide, avrà senso sfruttarne la presenza per l’utilità che ne potrebbe
derivare; altrimenti è bene darsi pace e archiviare l’esperienza,
mantenendo se vogliamo l’appuntamento di una cena ricordo per chi
desidererà rivedersi ogni tanto.
Dopo un certo tempo di riflessione, ci sembra di aver capito che una pista
di lavoro urgente ci sia: quella di affrontare alcuni grandi temi, che
interpellano noi e le generazioni dopo di noi in particolare, cercando di
maturare una capacità critica rispetto ai fatti che ci accadono attorno.
***
Abbiamo quindi programmato una serie di iniziative, nella forma di
incontro con esperti, testimoni e di elaborazione di idee in una qualche
forma operativa, iniziando da questi temi:
- l’uomo ed il suo ambiente: le cause e gli effetti dei problemi presenti,
le possibili vie d’uscita;
- il lavoro dell’uomo: il suo valore secondo la Costituzione e secondo le
nuove leggi, le sfide che il futuro presenta, le opportunità che offre;
- la pace e le guerre: il ruolo dei sistemi economici, la convivenza
(anche sul nostro territorio) tra religioni diverse, la posizione del
nostro Paese;
- il valore delle “reti”, cioè di quelle realtà intermedie tra singoli
cittadini e istituzioni: non virtuali (se non per quanto concerne gli
strumenti di comunicazione veloce), ma fisiche, effettive, orientate a
realizzare progetti concreti fondati su valori condivisi.
Il primo incontro, sul primo di questi temi, di cui comunque vi manterremo
informati anche più avanti, si terrà mercoledì 18 novembre, presso la Sala
Pasolini, in piazza Amendola a Castel Maggiore.
In conclusione, spero di aver dato un quadro un po’ più completo di quanto
sono riuscito ad offrire ad alcuni di voi che ho contattato nei giorni
scorsi, per spiegare questo progetto.
E per tutte le considerazioni che ho svolto, spero che si sia capito che
l’Associazione Cose Nuove è davvero aperta ad ogni contributo, in termini
di idee e di iniziative, a chiunque ne condivida i principi ispiratori.
Vi ringrazio ancora molto per essere venuti e per l’attenzione che ci
avete dedicato.
Fabrizio
Passarini,
presidente Cose Nuove
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Dalla
relazione del presidente:
«Sono
davvero molto grato ad Eleonora Grassi, laureanda in Scienze Politiche,
Sociali e Internazionali, che ha svolto la sua tesi proprio sulla nostra
Associazione (anche se l’idea è partita da una delle consuete,
straordinarie intuizioni di Roberta Gentile)».

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Il futuro - esperti,
testimoni, elaborazione di idee
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Dalla
relazione del presidente:
«Abbiamo
quindi programmato una serie di iniziative, nella forma di incontro con
esperti, testimoni e di elaborazione di idee in una qualche forma
operativa, iniziando da questi temi:
- l’uomo ed il suo ambiente: le cause
e gli effetti dei problemi presenti, le possibili vie d’uscita;
- il lavoro dell’uomo: il suo valore secondo la Costituzione e secondo le
nuove leggi, le sfide che il futuro presenta, le opportunità che offre;
- la pace e le guerre: il ruolo dei
sistemi economici, la convivenza (anche sul nostro territorio) tra
religioni diverse, la posizione del nostro Paese;
- il valore delle “reti”, cioè di
quelle realtà intermedie tra singoli cittadini e istituzioni: non virtuali
(se non per quanto concerne gli strumenti di comunicazione veloce), ma
fisiche, effettive, orientate a realizzare progetti concreti fondati su
valori condivisi.
Il primo incontro, sul primo di questi temi, di cui comunque vi manterremo
informati anche più avanti, si terrà mercoledì 18 novembre, presso la Sala
Pasolini, in piazza Amendola a Castel Maggiore»
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